Dal primato dei piccoli Comuni nella capacità di riscossione dei piccoli Comuni deriva, con ineluttabilità matematica ed in modo speculare, un altro elemento di virtuosità: quello del contenimento dei residui attivi
Il quarto capitolo della nostra analisi sulla gestione delle Entrate tributarie nei Comuni prende in esame il fenomeno complesso della generazione e della gestione dei residui attivi. Con riferimento alla puntata precedente che si è occupata della capacità di riscossione, possiamo definire il residuo attivo in questi termini: la parte di Entrate accertate che, nell’anno di competenza, non si è trasformata in incasso.
Il residuo attivo per il Comune è un credito che non è stato pagato nei termini previsti, per il contribuente un debito che deve essere ancora onorato, eventualmente con penali. Il Comune è legittimato, tuttavia, a considerare il tributo non ancora riscosso come parte a tutti gli effetti delle Entrate dell’anno in cui il tributo avrebbe dovuto essere pagato. I residui in tal modo contribuiscono all’equilibrio finanziario del Comune, a condizione però che il loro ammontare rappresenti una componente limitata rispetto al totale delle Entrate complessive correnti (in questo caso tributarie) del Comune.
Senonché, si è avuto nel corso degli anni, una deriva per cui non pochi Comuni hanno visto crescere a dismisura i loro residui attivi, con crediti vecchi anche di vari lustri, continuando ad esibire in bilancio Entrate in conto residui che non si sono mai trasformate, e mai si trasformeranno, in incassi.
L’attività che viene svolta dal Comune per recuperare tutti i propri residui attivi va sotto il nome di gestione dei residui. Il dlgs 118/2011 nasce anche con l’obiettivo di contrastare il fenomeno nella della mancata realizzazione dei residui in incassi e di per introdurre nei Comuni una cultura di gestione più rigorosa.
L’invito rivolto ai Comuni si articola può riassumere in buona sostanza sui seguenti obiettivisecondo le seguenti direttive:
I dati che proponiamo sono particolarmente interessanti in quanto prendono in esame i dati di bilancio 2016 redatti, per la prima volta in modo generalizzato, secondo i nuovi criteri previsti dal dlgs 118/2011. Inoltre, rispetto alle analisi precedenti (accertamento e riscossione) è aumentato il numero dei Comuni analizzati, in quanto le banche dati del Ministero dell’Interno hanno nel frattempo acquisito i dati di buona parte dei Comuni mancanti. In tal modo passiamo da 6.871 a 7.422 Comuni e, in termini di popolazione, da poco più di 52 milioni a circa 57,5 milioni di abitanti..
I dati che presenteremo sono espressi in valori medi pro-capite (- medie regionali e per classi demografiche) .ma si farà, come d’abitudine, riferimento anche a dati puntuali relativi a singoli Comuni di maggiore dimensione demografica. Essi sonoriguardano:
Residui attivi al 1/1/2016
I residui attivi al 1/1/2016 ammontano, limitatamente ai Comuni di cui ci stiamo occupando, a quasi 19 miliardi di euro. Per apprezzare quanto sia significativo questo ammontare conviene metterlo in rapporto (Residui al 1/1/2016 / Accertato 2016) con l’accertato complessivo di tutto il 2016 (quasi 37 miliardi).
La tabella che segue mostra la media dei residui attivi dei Comuni aggregati su base regionale. Al fine di consentire di valutare meglio i singoli valori verranno espressi oltre che in termini di € pro-capite anche in termini assoluti
Regioni | N° Comuni analizzati | Ab. 2016 | Residui attivi al 1/1/2016 | Media residui attivi in € pro-capite |
---|---|---|---|---|
CAMPANIA | 524 | 5.575.663 | 3.439.480.231 | 616,9 |
SICILIA | 272 | 3.711.518 | 2.220.182.792 | 598,2 |
LAZIO | 354 | 5.786.796 | 3.401.311.077 | 587,8 |
CALABRIA | 389 | 1.856.406 | 1.008.884.815 | 543,5 |
SARDEGNA | 332 | 1.564.412 | 568.735.631 | 363,5 |
UMBRIA | 86 | 833.541 | 286.667.202 | 343,9 |
PUGLIA | 247 | 3.999.733 | 1.356.197.010 | 339,1 |
ABRUZZO | 278 | 1.196.102 | 370.375.934 | 309,7 |
MOLISE | 126 | 266.386 | 73.856.949 | 277,3 |
TOSCANA | 272 | 3.717.815 | 998.794.264 | 268,7 |
LIGURIA | 225 | 1.534.656 | 390.609.152 | 254,5 |
BASILICATA | 129 | 568.006 | 143.178.288 | 252,1 |
PIEMONTE | 1.172 | 4.355.971 | 991.581.736 | 227,6 |
MARCHE | 190 | 1.327.546 | 279.612.582 | 210,6 |
VALLE D'AOSTA | 69 | 115.694 | 23.489.333 | 203,0 |
LOMBARDIA | 1.494 | 9.825.745 | 1.827.163.230 | 186,0 |
EMILIA-ROMAGNA | 332 | 4.427.685 | 731.042.033 | 165,1 |
VENETO | 554 | 4.831.901 | 627.528.662 | 129,9 |
FRIULI-VENEZIA GIULIA | 179 | 1.109.970 | 141.216.003 | 127,2 |
TRENTINO-ALTO ADIGE | 198 | 861.489 | 38.463.356 | 44,6 |
Totale Italia | 7.422 | 57.467.035 | 18.918.370.281 | 329,2 |
Segue la presentazione dello stesso fenomeno analizzato per Comuni aggregati secondo la classe demografica di appartenenza.
La tabella è di per sé sufficientemente eloquente, ma il grafico che segue immediatamente consente di apprezzare ancora più prontamente come iluna caratteristica tipica del fenomeno dei residui attivi (che non riguarda solo i Tributi, ma riguarda ogni Entrata finanziaria del Comune, in particolar modo quelle correnti): infatti si coglie immediatamente come l’ammontare pro-capite dei residui attivi cresca mediamente con il crescere della dimensione demografica dei Comuni.
Classi demografiche | N° Comuni | Ab. 2016 | Residui attivi al 1/1/2016 | R.A. in € per abitante |
---|---|---|---|---|
A = < 2000 ab. | 3.232 | 3.053.048 | 607.315.071 | 198,9 |
B = 2000-4999 ab. | 1.939 | 6.262.859 | 1.244.028.770 | 198,6 |
C = 5000-9999 ab. | 1.107 | 7.834.728 | 1.740.955.434 | 222,2 |
D = 10000-19999 ab. | 653 | 9.051.060 | 2.276.747.145 | 251,5 |
E = 20000-59999 ab. | 389 | 12.679.124 | 4.231.644.870 | 333,7 |
F = 60000-249999 ab. | 90 | 9.319.325 | 3.419.871.410 | 367,0 |
G = > 250000 ab. | 12 | 9.266.891 | 5.397.807.582 | 582,5 |
Totale ITALIA | 7.422 | 57.467.035 | 18.918.370.281 | 329,2 |
(Per richiedere i dati del tuo Comune e confronti di con altri Comuni scrivere a redazione@lapostadelsindaco.it)
Nel prossimo articolo
la seconda e ultima parte dell'articolo sui residui attiviriguarda: la gestione dei residui attivi; i residui attivi che passano dalla gestione 2016 a quella 2017; un’analisi delle prestazioni di singolidei Comuni con più(sopra i di 50.000 abitanti) con riferimento all’obiettivo del contenimentola migliore gestione dei residui attivi.
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