La Rivista del Sindaco


COMUNI: CONTRASTO ALL’EVASIONE IN CALO

Finanza Locale
di La Posta del Sindaco
20 Ottobre 2017

Calano gli incassi ma Nord un po’ meglio del Sud. Per Decaro Comuni concentrati su tributi locali

Comuni cattivi esattori soltanto 13 milioni di evasione recuperata (di Valentina Conte su “la Repubblica” del 20 settembre 2017)
La compartecipazione dei Comuni al contrasto all’evasione sembra aver subito una significativa battuta d’arresto, perché nell’anno 2016 gli incassi relativi a questa attività sono stati pari a 13 milioni e 320 mila euro contro i circa 17 milioni dell’anno precedente. Calcolando che l’evasione fiscale – di imposte nazionali come Irpef, Iva, Ires – è pari a circa 88 miliardi di euro all’anno, parliamo di un contributo dato dai Comuni nella lotta all’evasione davvero infinitesimale. Stupisce una così scarsa partecipazione – sottolinea la giornalista – sia perché, già da diversi anni e fino al 2019, i Comuni possono trattenere il 100% delle evasioni accertate grazie alle loro segnalazioni, sia perché avrebbero numerosi strumenti in loro possesso per stanare gli evasori. Eppure i risultati sono imbarazzanti: sono soltanto 571 i Comuni che hanno incassato qualcosa - alcuni anche pochi euro come Sant’Ilario d’Enza (RE) che ne ha presi 4 e detiene il record per la cifra più bassa - e quindi verosimilmente hanno scelto di attivarsi nel contrasto all’evasione, mentre tra coloro che non hanno incassato neanche un euro figurano anche grandi ed importanti città. Milano è quella che ha incassato di più con 1.748.066, anche lei però in calo significativo rispetto all’incasso dell’anno precedente pari a quasi due milioni e mezzo. Ovviamente fa molto meglio di Roma, che nel 2016 ha incassato per il suo contributo alla lotta all’evasione soltanto 108 mila euro, perfino meno dei 123 mila recuperati l’anno precedente dalla tanto bistrattata amministrazione Marino. Ci sono poi alcune grandi città come Napoli, Bari, Catanzaro, Potenza che non hanno incassato nemmeno un euro, segno che alla compartecipazione hanno dedicato nulle o scarse energie (difficile credere che nei loro territori non esistano fenomeni di evasione). Quanto agli strumenti a disposizione dei Comuni, la giornalista ne cita diversi come l’accesso alla banca dati del Catasto per vedere le dichiarazioni dei redditi e, soprattutto, gli Isee (acronimo che sta per Indicatore della situazione economica equivalente) che i loro cittadini compilano per poter accedere agli sconti su una serie di servizi erogati dai Comuni, a partire dagli asili. E poi i controlli che i Comuni fanno, o dovrebbero fare, giorno per giorno: cantieri non in regola, commessi nei negozi senza contratti di lavoro, bar che non rilasciano scontrini, proprietari con utenze in diversi appartamenti affittati al nero, e così via.Arriva però la difesa di Antonio Decaro, presidente dell’Anci e sindaco di Bari (una delle città che non ha brillato nelle segnalazioni): «Dal 2010 (anno in cui fu istituita la compartecipazione dei Comuni) abbiamo incassato soltanto 100 milioni sui 400 evasi segnalati dai Comuni. Il protocollo d’intesa con l’Agenzia delle Entrate è scaduto nel 2015: chiediamo di rinnovarlo e di poter accedere anche ad altre banche dati. La verità è che la spinta dello Stato in questi anni è scemata su questo fronte, e che i Comuni si sono concentrati sulla riscossione dei tributi locali per evitare di tagliare i servizi».

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