La Rivista del Sindaco


DAL 1989 AD OGGI, IL 10% DEI COMUNI IN CRITICITÀ FINANZIARIA

In una ricerca realizzata dall’Università “Ca’ Foscari” un’analisi dei dati e alcune proposte
Finanza Locale
di La Posta del Sindaco
01 Marzo 2018
Le criticità finanziarie dei Comuni italiani, anche a causa della crisi economica, sono in questi ultimi anni sensibilmente aumentate: è cresciuto il numero dei dissesti e molte amministrazioni hanno richiesto l’attivazione dei piani di riequilibrio finanziario, da che la nuova fattispecie è stata introdotta nel 2012. Secondo un gruppo di studiosi del dipartimento di Economia dell’università veneziana “Ca’ Foscari”, l’analisi critica della documentazione prodotta nel corso di questi processi è di fondamentale importanza per comprendere le dinamiche che producono gli squilibri finanziari e individuare dei suggerimenti validi per una razionalizzazione del sistema. Anche per questo motivo, per arrivare ad una profonda conoscenza dei processi amministrativi e contabili, gli studiosi veneziani e il ministero dell’Interno hanno iniziato a collaborare nel 2016 alla costruzione di una banca dati delle procedure di dissesto e riequilibrio dei Comuni, una sorta di base preliminare per lo sviluppo di analisi quantitative e qualitative.
 
La nuova iniziativa (la banca dati è in linea al seguente link: http://www.cafoscari.eu/studi/public/elen_info.php) e il rapporto 2017 sulle “Criticità finanziarie dei Comuni”, realizzato dal gruppo di ricerca dell’università (disponibile in allegato), sono stati presentati lo scorso 27 febbraio nel corso di un evento organizzato presso la Camera dei Deputati. A colpire sono i dati contenuti nel rapporto: a partire dal 1989 (anno di introduzione dell’istituto del dissesto finanziario) e fino al 31 dicembre 2017 i Comuni interessati da fenomeni di criticità, tra dissesti e riequilibri, sono stati circa 800, vale a dire poco meno del 10% del totale. I casi di dissesto hanno riguardato 588 Comuni, con 32 casi di doppio dissesto e uno di dissesto nel dissesto, e avuto una distribuzione geografica che inequivocabilmente rappresenta un’ennesima “questione meridionale”: 485 casi (l’82% del totale) si sono verificati al Sud, con una forte concentrazione in Calabria, Campania e Sicilia. Secondo la ricerca, la serie storica dei dissesti è influenzata da due fattori: l’evoluzione normativa (con l’introduzione dell’organismo straordinario di liquidazione nel 1993, e l’eliminazione del mutuo statale con la riforma del Titolo V nel 2001), e la grande crisi finanziaria. Il primo dei due fattori ha provocato una diminuzione rilevante del numero dei dissesti, dopo l’anno record del 1989 con 125 casi e i 40 in media all’anno nel quinquennio 1990-1994; il secondo, invece, una ripresa dei casi, prima lentamente e poi con un impatto maggiore. Circa 20 casi all’anno dal 2012 e una crescita nell’ultimo biennio: 32 nel 2016 e 28 nel 2017.
 
Il riequilibrio pluriennale, introdotto alla fine del 2012, è stato invece richiesto da 250 Comuni. Anche in questo caso si registra una forte connotazione geografica, seppur leggermente meno accentuata: il 76% delle richieste proviene da Enti del Sud. La Corte dei conti ha approvato 83 piani di riequilibrio e ci sono un centinaio di istruttorie in corso. Tra gli Enti che si sono visti apporre un diniego dalla Corte, ben 59 sono passati dalla richiesta di riequilibrio alla dichiarazione di dissesto. Dopo il picco del 2016 con 56 richieste, nel 2017 si è registrato invece un calo rilevante con soltanto 8.
Secondo gli estensori del rapporto, lo squilibrio finanziario dei Comuni ha una natura complessa imputabile però a due fattori principali: la labile, e per certi versi irrealizzabile, separazione tra indirizzo politico e gestione, e la problematicità dei controlli, sia interni che esterni, che andrebbero irrobustiti e meglio precisati. Tra le idee che vengono avanzate nel rapporto “per una riforma degli istituti”, viene sostenuta la necessità di un consolidamento di riforme di sistema come l’armonizzazione dei bilanci, la riorganizzazione istituzionale (maggiore correlazione tra dimensioni dell’Ente e funzioni esercitate), il rafforzarsi di forme di autonomia impositiva che consentano un’adeguata programmazione e controllo dei cittadini (federalismo fiscale). Andrebbero poi riorganizzate le procedure che disciplinano le situazioni di criticità, a partire dalla questione dei tempi, attualmente troppo lunghi. I cinque anni di durata del dissesto – si sostiene – sono eccessivi: si verificano diversi casi di doppio dissesto in cui il Comune, dopo anni di sofferenza finanziaria, non riesce a ripartire. Analogamente, si verificano casi in cui i Comuni non riescono a sostenere la procedura di riequilibrio attivata, e finiscono nel dissesto dopo anni di incertezza.
 
Del resto, si afferma nella premessa del rapporto: “Il Comune non può fallire o meglio, non può smettere di essere, perché svolge compiti essenziali per la comunità associata. Il crescente numero dei Comuni entrati in dissesto finanziario richiama l’attenzione sulla natura della procedura d’insolvenza che, se per un verso è assimilabile al fallimento di un soggetto privato, non può, proprio per i motivi richiamati, pienamente dispiegarsi in questa direzione”.
Una seconda problematica ineludibile è quella della concentrazione territoriale delle criticità, per oltre due terzi riguardante il Mezzogiorno. Sarebbero quindi necessarie – secondo gli autori del rapporto - delle risposte ad hoc, come una cabina di regia nazionale e l’approntamento di procedure di incisiva assistenza finanziaria e organizzativa. A titolo di esempio, viene proposto l’approccio dell’Unione europea nel 2013 che, dinanzi alla grande crisi che ha colpito tutti i Paesi, ha indotto alcuni di essi a cercare un’assistenza finanziaria subordinata ad una “sorveglianza più rigorosa”, per evitare che un Paese in grave difficoltà sotto il profilo della stabilità finanziaria potesse “contagiare il resto della zona euro e più in generale l’Unione”.


Scarica l'allegato

Ultimi aggiornamenti

CHI SIAMO

La posta del Sindaco è rivolto ad amministratori ed operatori degli enti locali: ricco di contenuti sempre aggiornati, il cuore del portale risiede nella possibilità di accedere, in modo semplice e veloce, ad approfondimenti, informazioni, adempimenti, modelli e risposte operative per una gestione efficiente e puntuale dell'attività amministrativa.

La Posta del Sindaco - ISSN 2704-744X

HALLEY notiziario

INFORMAZIONI

Ricevi via email i nuovi contenuti pubblicati nel portale

In collaborazione con:

la posta del sindaco

CONTATTI

Email

halley@halley.it

Telefono

+39 0737.781211

×