La Rivista del Sindaco


RIFORMA PROVINCE: IN SICILIA SI È SCHERZATO

Le Nuove Province
di La Posta del Sindaco
12 Luglio 2017

L’Ars sta per votare una legge che reintroduce l’elezione diretta di presidente e consiglieri

Contrordine in Sicilia un blitz estivo prepara il ritorno delle Province (di Antonio Fraschilla su “la Repubblica” del 12 luglio 2017) 
E’ da più di due mesi che nell’Assemblea regionale siciliana non si vota più nulla ma - nota il giornalista - “quando c’è da dare un po’ di sostegno ai costi della politica e da difendere l’autonomia” i parlamentari non si tirano mai indietro. Infatti sarebbero pronti all’ultimo “colpo di reni prima di andare in vacanza” votando la norma già approvata - all’unanimità, con l’eccezione dei 5 stelle - dalla commissione Affari istituzionali che, di fatto, reintroduce le vecchie Province prevedendo l’elezione diretta di presidente e consiglieri (e relativi stipendi e gettoni presenza). Incredibile se si pensa che, soltanto nel 2013, il governatore Rosario Crocetta annunciava in tv “il taglio di questi carrozzoni” (l’abolizione delle Province) e si vantava della Sicilia come “prima Regione a dare l’esempio”: in effetti la legge siciliana anticipò addirittura la riforma Delrio. Secondo l’autore dell’articolo questo blitz estivo si spiegherebbe con l’imminenza delle elezioni regionali - si terranno il prossimo autunno - e col fatto che i deputati regionali avrebbero già promesso ai propri “galoppini” cariche e stipendi negli redivivi Enti. A chi scrive questa mossa sembra dettata da una vocazione al suicidio politico, ma saranno le prossime elezioni a dirci se e a chi avrà giovato. Quanto agli stipendi che presidenti e consiglieri percepiranno - unici in tutto il Paese - secondo il presidente della commissione Affari istituzionali Salvatore Cascio non era possibile fare altrimenti: «Se abbiamo reintrodotto l’elezione diretta, non potevamo non ridare il gettone come per tutti gli eletti in Comuni e Regioni, lo prevede una legge nazionale». Tra parentesi, è previsto che presidente e consiglieri guadagnino quanto i corrispettivi del Comune capoluogo: quindi circa 8 mila euro lordi al mese il primo, e 2 mila gli altri.  L’esito del voto che arriverà presto nell’Assemblea della Regione Sicilia si dà già per scontato, né il presidente Crocetta potrà fare nulla per opporsi, visto che ormai non lo segue più nessuno all’interno dell’Ars e la situazione è di fatto paralizzata (se non per provvedimenti di questo tenore). Peraltro - nota il giornalista - siamo in presenza di uno spreco cui si aggiunge altro spreco, perché per approvare una riforma che si sarebbe potuta fare semplicemente recependo la legge Delrio, l’Ars dal 2013 ad oggi si è riunita circa 50 volte. Del tutto inutilmente, visto che la riforma siciliana che istituiva i Liberi consorzi di Comuni (al posto delle precedenti Province) e ben tre Città metropolitane (Palermo, Catania e, perché no, Messina) non è di fatto mai entrata in vigore e ora, con una disinvoltura che appare davvero eccezionale, ci si appresta a fare un dietrofront completo. «Con il disegno di legge approvato in commissione si apre la strada al suffragio universale per far tornare la politica nelle ex Province» chiosa, esultando in nutrita compagnia, il deputato centrista Marco Forzese.

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