La Rivista del Sindaco


Ratifica del consiglio comunale per far approvare le aliquote

Finanza Locale
di La Posta del Sindaco
30 Luglio 2018

Attraverso le sentenza n. 4435 e n. 4436 del 2018, il Consiglio di Stato ha deliberato che le aliquote sui tributi possono essere approvate tramite la ratifica, anche tardiva, dal consiglio comunale, di fatto rovesciando la conclusione a cui si era giunti con il giudizio di primo grado, che vedeva una doppia bocciatura sia delle delibere tardive, sia della convalida.

L'argomento delle delibere varate oltre i termini per l'approvazione del bilancio preventivo è diventato a dir poco intenso, sul piano giurisprudenziale, vedendo compiersi la stesura di circa un centinaio di sentenze, la maggior parte delle quali risultata sfavorevole per i Comuni. In generale, con le sue pronunce, la giurisprudenza di vertice ha teso ad affermare come il termine per l'adozione delle delibere sia categorico, di fatto rendendole invalide anche solo con un giorno di ritardo, come si può vedere dalle pronunce n. 3808, 3817 e 4409 del 2014 e ribadito poi in quella n. 1495 del 2015.

Proprio nel 2015 la questione è diventata molto accesa, arrivando a diverse sentenza del Tar sull'argomento. Solo di recente la giurisprudenza ha deciso di passare dall'illegittimità della delibera tardiva a quella della inefficacia retroattiva. In pratica, se la delibera giunge con ritardo questo non ne comporterebbe l'invalidità, ma finirebbe ad incidere solo sulla sua efficacia temporale. Però, la situazione è ancora lontana dall'essere chiara e ben definita in un solo modo, se si considera che il Tar di Napoli ha contestato questa visione, ritenendo illegittime le delibere tardive con la sentenza n. 3277 del 2018. Le sentenze interessano il Comune di Matera, dove Eustachio Quintano, assessore al bilancio, ha convalidato la delibera di giunta adottata il 30 luglio 2015, non ha aderendo all'invito del Mef di annullare in autotutela le delibere tardive Tari e Tasi. Le manovre dell'ente sono state poi bocciate dal Tar Basilicata, attraverso le pronunce 767/2016 e 815/2016. Un nuovo ribaltamento del giudizio di primo grado è avvenuto poi per mezzo del Consiglio di Stato, che ha ritenuto legittimo l'operato dell'ente, perché attraverso la volontà ritualmente ratificata dal competente organo consiliare avrebbe avviato l'approvazione delle tariffe in maniera tempestiva.

Le ramificazioni delle questione sono diverse; l'innovativa pronuncia del giudice di Palazzo Spada è stata qualificata come proposta, ma fa intendere una volontà di considerare la successiva deliberazione consiliare come "fisiologica ratifica, idonea - piuttosto che a superare un profilo di invalidante incompetenza - ad approvare, anche in pendenza di lite e con effetto naturalmente retroattivo, la volontà dell' organo esecutivo"

 


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