A rischio il rinnovo dei contratti di assunzione della dirigenza nel settore sanità a causa delle risorse insufficienti. Questo si è appreso dalla nota n. 40363 del 19 marzo 2019 emessa dalla Ragioneria generale dello Stato, con cui viene ripreso il Comitato di settore. La "bacchettata" riguarda le indicazioni che quest'ultimo ha fornito all'Aran relativa all'indicazione di contrattare, in previsione di un incremento di troppo inferiore a quello riconosciuto al resto del pubblico impiego. La Ragioneria generale ha firmato la nota in cui si porta all'attenzione come nella tabella allegata all'atto di indirizzo si stabiliscono "le risorse occorrenti a regime per il rinnovo del contratto in parola in 458,10 milioni di euro, ma ne propone per il 2018 il più ridotto importo di 261,64 milioni di euro". Evidente è che i conti non tornano, perché dove per gli altri ruoli nel pubblico impiego troviamo già a partire dal 2018 un aumento definitivo pari al 3,48%, per la dirigenza della sanità si prevede una cifra nettamente inferiore al 2%.
La Ragioneria generale con la sua nota si è premunita quindi di segnalare al Gabinetto e all'ufficio legislativo del ministro dell'economia l'errore riportato con questa previsione, rimarcandone il contrasto con l'articolo 48, comma 2, DLgs 165/2001, e con l'accordo quadro stipulato il 30 novembre 2016 in previsione del "riconoscimento, senza differenziazione tra comparti, di benefici contrattuali per il triennio 2016-2018 del 3,48% a decorrere dal 2018." In forma diretta, la nota è servita ad evidenziare anche come l'attuazione delle indicazioni del Comitato di settore implica un rischio molto alto di contenzioso (da cui deriverebbero poi i soliti blocchi burocratici).
La valutazione della Ragioneria porta a galla quanto l'atto di indirizzo per la sanità sia problematico riguardo gli atti di indirizzo relativi ai contratti della dirigenza di tutti i comparti. In pratica, la "direttiva madre" (come viene chiamata) viene sminuita dall'obbligo di invitare l'Aran a regolare mediante il contratto tutta una serie di materia, che vanno dall'attribuzione e revoca degli incarichi, fino alla definizione delle competenze dei dirigenti e agli strumento di organizzazione, che si ritrovano espressamente vietati alla fonte della contrattazione collettiva e riservati alla legge, come definito dall'articolo 40, comma 1, DLgs 165/2001.
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