La Rivista del Sindaco


BILANCIO A RISCHIO NELLA SICILIA CHE VA ALLE URNE

Finanza Locale
di La Posta del Sindaco
02 Novembre 2017

A un passo dalla bocciatura della Corte dei conti e effetti a catena sui Comuni

I conti ballano su 6 miliardi di rosso (di Fabio Pavesi e Gianni Trovati su “Il Sole 24 Ore” del 2 novembre 2017)
Il 5 novembre si terranno in Sicilia le elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale e, al di là dell’incertezza per l’esito del voto, già si sa che il compito che spetterà al nuovo assessore al bilancio non sarà dei più semplici. La Regione ha infatti chiuso i conti del 2016 con 5 miliardi e 896 milioni di rosso, una situazione che ha spinto la Corte dei conti ad un passo dalla clamorosa bocciatura del bilancio. Se alla fine il via libera è arrivato, è stato anche perché non si è voluta infiammare la vigilia pre-elettorale con quello che sarebbe stato il primo stop ad un bilancio regionale da quando il governo Monti ha introdotto la “parifica”. Resta però l’incertezza sulla maggioranza della copertura finanziaria, che dovrebbe arrivare per 2,6 miliardi dal fondo anticipazioni liquidità - quindi da un prestito della Cdp per finanziare un deficit - e per altri due miliardi e passa dal recupero degli arretrati. Una previsione, quest’ultima, che appare decisamente azzardata visto che, nel 2016, la Regione è riuscita ad incassare soltanto 411 milioni sui 1.564 riportati dagli esercizi precedenti. Ed è proprio la partita dei residui, quella a sollevare più dubbi sulle effettive coperture. Basti pensare che tra residui attivi reimputati dagli anni precedenti e quelli di nuova formazione del 2016 si arriva a 4,2 miliardi: ammesso e non concesso che si riuscisse ad incassare la metà di questa cifra monstre, dal bilancio reale mancherebbero ancora oltre 2 miliardi. Tutto questo accade «in un’isola in cui lo Statuto speciale trasforma - sostiene l’articolo segnalato - la Regione nel Sole del sistema copernicano della pletorica Pa siciliana». In effetti la difficile situazione dei conti regionali ha finora fatto mettere da parte la costruzione del fondo (obbligatorio) per coprire le perdite delle partecipate, «dove lavorano oltre 7 mila persone reclutate spesso senza un abbozzo di procedura pubblica (obbligatoria anch’essa». Altro effetto a catena: dai finanziamenti regionali, che non arrivano, dipende una fetta importante delle risorse per il funzionamento dei Comuni, che non riescono così a chiudere i conti. A inizio ottobre scorso, la metà dei 391 Comuni dell’Isola non aveva ancora presentato il bilancio presentivo 2017 (la scadenza era al 30 marzo). In più della metà dei Comuni, inoltre, non era ancora stato approvato il bilancio consuntivo dell’anno scorso e, l’assenza di rendiconto, blocca anche il trasferimento dei fondi nazionali.
 

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